Residenziale, il 2019 si chiude con il segno positivo 06 Aprile 20

Residenziale, il 2019 si chiude con il segno positivo

Le statistiche del IV trimestre 2019 recentemente pubblicate a cura dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate forniscono una panoramica discretamente confortante sull’evoluzione del comparto residenziale della Penisola nel 2019 e, stando all’attuale scenario territoriale, rischia altresì di essere una fotografia che potrebbe sbiadirsi molto rapidamente.

Anche se questo non è il focus del nostro odierno approfondimento – ne parleremo in uno dei prossimi appuntamenti – è evidente che l’impatto della grave crisi sanitaria da COVID-19, e la sua influenza in termini restrittivi sull’economia, ricadrà pesantemente sul bilancio del mercato immobiliare nel primo semestre 2020 anche se – come insegnano equivalenti criticità del passato – è plausibile che tali malus possano essere riassorbiti sul breve termine.

Come è andata la parte finale dello scorso anno

Senza anticipare considerazioni che verranno, limitiamoci in questo frangente a fare il punto sul recente passato, evidenziando come nel quarto trimestre 2019 abbia trovato conferma la tendenza espansiva del mercato residenziale italiano, iniziata a fine 2014 e contraddistintasi nel quarto trimestre 2019 per un tasso tendenziale dello 0,6%.

Si tratta di una buona notizia ma, in evidenza, con una discreta attenuazione rispetto al pregresso: il dato tendenziale del quarto trimestre 2019 è infatti un passo indietro rispetto al + 3,9% del terzo periodo dell’anno, ed è altresì il dato più basso degli ultimi 19 trimestri.

Dando uno sguardo alla ripartizione del dato per macroaree risulta semplice capire quale sia stata la determinate principale di una simile valutazione: l’area del Centro Italia, che già nel terzo trimestre 2019 aveva contraddistinto il proprio scenario con una prestazione piuttosto debole, nell’ultimo quarto del 2019 ha sforato in territorio negativo con una contrazione delle compravendite pari al – 3,3%. Pesante è l’influenza di Roma, con il mercato capitolino che ha accumulato un numero di transazioni inferiore dell’8% su base annua.

Sono migliorate le prospettive sul mercato nazionale

Nello stesso dossier in cui l’Agenzia delle Entrate ha fatto il punto delle proprie rilevazioni sui dati OMI, trovano spazio altresì alcune riflessioni legate ai fatti registrati dal Sondaggio congiunturale del mercato delle abitazioni in Italia a cura di Tecnoborsa, Banca d’Italia e OMI.

In tale report analitico, è facile notare come siano migliorate le aspettative sull’evoluzione del mercato immobiliare nazionale nel quarto trimestre 2019 rispetto ai tre mesi precedenti, e come sia divenuto positivo il saldo tra la quota di agenti che giudicano favorevole la situazione nel proprio mercato di riferimento e quella di quanti invece la valutano negativamente.

Brevemente, rileviamo altresì che:

  • la quota di operatori che segnala pressioni al ribasso nelle quotazioni immobiliari è del 30,4%, mentre quella che segnala le pressioni in incremento è del 7,7%;
  • l’84,4% degli agenti immobiliari ha venduto almeno un immobile nel trimestre;
  • il 58,5% degli operatori lamenta che i prezzi giudicati troppo elevati dai compratori è la principale causa della mancanza di proposte di acquisto, mentre il 53,2% ritiene che le offerte di acquisto ritenute troppo basse dal venditore siano la principale causa di cessazione dell’incarico;
  • il margine medio di sconto sui prezzi di vendita finale rispetto alle richieste iniziali del venditore è del 12,0%;
  • il tempo medio di vendita di un appartamento è di 7,7 mesi;
  • il 71,2% degli acquisti avviene con un mutuo ipotecario, con LTV al 76,4%.

Vedremo in che modo, con il prossimo report nazionale, i dati saranno destinati a mutare a causa degli effetti della pandemia.

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